Giuseppe Marcadent: maestro artigiano
Li chiamavano “maestri muratori”. Sapevano come entrare nella consistenza delle pietre, come tagliarle e squadrarle, come dar loro forma ed eleganza. Tanto che le pietre diventavano elementi vivi per definire spazi ed armonie.
Le pietre come le note che da un pentagramma esplodevano maestose dalle canne dell’organo diventavano elementi vivi delle costruzioni che caratterizzano ancora oggi il paesaggio romanico e gotico con l’incanto delle cattedrali, il loro ergersi maestoso nel vibrare e vitalizzarsi dello spazio con un carattere sacro e solenne, nella normalità degli altri edificati della città.
Questo mi è venuto in mente quando sono entrato nella stanza in cui Giuseppe Marcadent ha raccolto le sue opere di particolare originalità e finezza.
Egli si definisce “maestro artigiano”, come quelli erano “maestri muratori”. Artigiano, perché la sua attenzione è tutta curva sulla materia in sé e sulle forme vitali che in essa vengono inferte.
Le pietre come le note che da un pentagramma esplodevano maestose dalle canne dell’organo diventavano elementi vivi delle costruzioni che caratterizzano ancora oggi il paesaggio romanico e gotico con l’incanto delle cattedrali, il loro ergersi maestoso nel vibrare e vitalizzarsi dello spazio con un carattere sacro e solenne, nella normalità degli altri edificati della città.
Questo mi è venuto in mente quando sono entrato nella stanza in cui Giuseppe Marcadent ha raccolto le sue opere di particolare originalità e finezza.
Egli si definisce “maestro artigiano”, come quelli erano “maestri muratori”. Artigiano, perché la sua attenzione è tutta curva sulla materia in sé e sulle forme vitali che in essa vengono inferte.
Carlo Adolfo Fia